In Corea l’allarme Covid-19 è parzialmente rientrato, ma c’è ancora il problema di soggetti contagiati di ritorno da Europa e Stati Uniti. Le misure di controllo sono state quindi subito rialzate al momento.
La Tecnologia è stata fondamentale in queste zone, come?
Il governo ha semplicemente tentato di rintracciare tutte quelle persone risultate positive per poi interrogarle sui luoghi dove erano state nell’ultimo periodo.
Tutte le altre persone che erano state nei luoghi frequentati dai soggetti positivi, sono state a loro volta avvisate ed invitate a presentarsi negli ospedali più vicini per eseguire un tampone.
Il governo Coreano con l’invio di un sms ad ogni cittadino, aveva avvisato sulla possibile presenza di persone positive al virus vicine alla loro residenza, così facendo è stato possibile mantenere le distanze precauzionali e avere modo di avvisare per tempo anche i conoscenti.
Tutti questi mezzi per prevenire l’espandersi del contagio si sono rivelati efficaci !
Se il governo Coreano avesse preso maggiormente in considerazione il lato privacy dei cittadini, il corona virus sarebbe dilagato tanto quanto in Italia.
È stata scelta la linea dell’informazione veloce e diretta per evitare il peggioramento di una situazione già grave.
Il Garante della privacy sta ricevendo segnalazioni da parte di famigliari di persone risultate positive al Covid-19, sulla diffusione sui social, giornali e siti web di dati puramente sensibili (nome, cognome, indirizzo di casa, dettagli clinici).
Anche nelle situazioni di emergenza tutti i mezzi di informazione sono indispensabili per i cittadini, ma il codice deontologico relativo all’attività giornalistica non deve essere frainteso in questo caso.
“Il garante ritiene opportuno non uscire dai binari, richiamando l’art.10 dove si evita la divulgazione di riferimenti riguardanti la situazione clinica del malato e la divulgazione di dati sensibili da parte di tutti gli organi di informazione”
Questo provvedimento non pregiudica ad un’informazione efficace da parte dei giornali, ma salvaguarda da una connotazione negativa da parte del popolo tutte quelle persone risultate positive al virus e poi oggi dimesse.
Tale regola è valida anche in ambito social, dove il rispetto e la riservatezza dei malati deve essere la regola primaria, a partire dagli amministratori delle pagine Facebook agli utenti, colpevoli di divulgare senza consenso da parte di famigliari tutti quei dati sensibili di persone contagiate o decedute, senza valutarne poi le conseguenze civili o penali a cui andranno incontro.
È giusto rinunciare a tutti i diritti di privacy e di libertà in onore della salute?
Oggi si pensa a debellare il virus, ma ci salveremo dai guai economici?
Sono tutti diritti fondamentali davanti alla Costituzione Italiana e tutti hanno pari valore e peso.
In questo articolo abbiamo esposto le differenze lato privacy tra due realtà così lontane geograficamente come l’Asia e l’Europa, ma terribilmente vicine vista l’emergenza da Covid-19.
Lasciamo a voi i commenti.
A presto